Dall’AI che sviluppa codice a quella che sbaglia in tribunale: cosa ci insegnano?
Agenti autonomi, nuove interfacce ovunque, limiti da conoscere: come usare l’AI senza perdere controllo, senso critico e direzione
Pillole di AI esce ogni lunedì e sabato con una sola regola: Se una notizia non ti fa risparmiare tempo, migliorare una decisione o cambiare qualcosa nel tuo lavoro... non entra.
Qui trovi solo quello che conta: notizie scelte, spiegate in modo semplice, con il perché ti riguardano e come puoi usarle davvero.
Perché in un mondo pieno di rumore, l’unica vera intelligenza è sapere cosa ignorare.
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🗞 OpenAI lancia CodeEX: il primo agente di coding davvero autonomo
OpenAI ha appena lanciato CodeEX, una piattaforma cloud che non si limita ad aiutarti a scrivere codice, ma assegna task, crea ambienti isolati, coordina agenti multipli e pusha il codice su GitHub. Non è un’estensione di VS Code: è un nuovo modo di lavorare con il codice, progettato da zero per l’era degli agenti AI. E sì, hanno anche addestrato un nuovo modello ottimizzato solo per il coding, meglio del GPT-4 e o3 high sulle task reali.
🤯 Perché è un momento storico per chi sviluppa
Fino a ieri gli "AI coder" erano assistenti.
Oggi diventano colleghi.
Con CodeEX puoi dire:
“Ripuliscimi questo repo, segnalami gli errori e proponi fix.”
E lui parte da solo: lancia un container isolato, scarica il codice, esegue i test, propone modifiche con diff, log e tasto push to GitHub.
Ogni task è un ambiente a sé, con agenti che possono lavorare in parallelo.
Non stiamo più parlando di prompt engineering. Stiamo parlando di task delegation vera e propria.
⚠️ Ma attenzione: non è magia
CodeEX è potente, ma non è infallibile.
Ecco i limiti da tenere d’occhio:
Capisce bene solo progetti ordinati. Se il tuo repo è un casino, non ci caverà un ragno dal buco.
Non ha una memoria a lungo termine. Ogni task è isolato: se vuoi continuità, sei tu a dovergliela dare.
Non è per prompt pigri. Devi spiegarti bene. Niente “sistemami tutto”, serve specificità.
Ha ancora costi e accesso limitato. Ne parliamo qui sotto 👇
🔐 Come si accede
Per ora, CodeEX è disponibile solo per i piani ChatGPT Team, Enterprise e Pro (200$/mese).
Serve:
Un account ChatGPT Pro o superiore.
Accesso abilitato alla sezione CodeEX nel workspace (il rollout è in corso).
Connessione al tuo GitHub repo per assegnare task veri.
(Opzionale) Uso del CodeEX CLI per task locali con il modello Codex Mini.
Il rollout ai piani Plus ed EDU è previsto “nelle prossime settimane”, ma al momento non è disponibile per tutti.
👉 Info ufficiali qui: openai.com/blog/introducing-codex
⚡ Come puoi usarlo (già da oggi)
Se sei un CTO, dev o founder tecnico:
Ripensa l’organizzazione dei repo. CodeEX funziona bene solo su codice modulare, testato, ben strutturato.
Esternalizza il lavoro noioso. Refactor, bug fixing, test coverage… tutti task da scaricare su agenti.
Allenati a scrivere task. La nuova skill è questa: saper descrivere un compito in modo che una macchina lo completi senza fraintendimenti.
🧠 Non vincerà chi scrive meglio codice, ma chi scrive meglio i compiti per gli agenti.
Allenati a dare istruzioni, non a scrivere righe.
🔭 PILLOLA DI VISIONE
(Per chi guida. Non per chi esegue.)
❓ Stai automatizzando troppo in fretta?
Siamo entrati in un’epoca in cui fare di più è più facile che capire meglio.
Ti basta un prompt ben scritto e un paio di modelli AI per costruire un’estensione, una landing page, un business plan.
Senza sapere davvero come funziona ciò che hai creato.
E allora la domanda vera diventa:
“Sto automatizzando così tanto… che sto perdendo me stesso nel processo?”
🧠 Il pericolo silenzioso
Perché sì, l’AI accelera.
Ma accelera anche la tua obsolescenza, se non sei consapevole.
Scrivi meno codice? Va bene.
Ma sai leggerlo e correggerlo se va storto?
Lasci fare tutto a ChatGPT?
Ma sai riconoscere una cavolata mascherata da verità plausibile?
Il rischio non è delegare.
Il rischio è non sapere più cosa vale la pena non delegare.
🥋 Allenamento di coscienza operativa
Scrivi ora, senza pensarci troppo:
1. Quali sono le 3 skill che vuoi tenere solo tue, anche se l’AI le fa meglio?
2. Le hai allenate nell’ultima settimana? O le hai lasciate atrofizzare per “fare prima”?
Non serve romanticismo.
Serve strategia.
🎯 Per chi guida (non per chi subisce)
Se sei un leader, founder o decision maker, questo è il momento di decidere cosa proteggere, non solo cosa scalare.
Chi protegge la propria capacità di pensiero critico, di visione e di astrazione...
…non sarà mai solo “un wrapper con le mani”.
Sarà quello che sa ancora cosa fare quando l’AI sbaglia.
🚫 Errore Comune: Fidarsi ciecamente dell’AI (anche in tribunale)
L’errore
Usare un LLM come Claude o ChatGPT per creare contenuti tecnici o legali… senza verificarli.
Perché succede
Perché l’AI è veloce, comoda, “sembra” sicura. Ti dà una risposta ben scritta, con fonti citate e toni professionali. Ma quelle fonti potrebbero non esistere.
Il caso concreto
In un’aula di tribunale in California, un avvocato di Anthropic ha dovuto scusarsi per aver inserito una citazione legale inventata da Claude. Titolo sbagliato, autori inventati.
E il peggio? Nessuno se n’era accorto. Nemmeno il controllo manuale interno. Solo dopo l’obiezione degli avvocati di Universal Music, il giudice ha chiesto spiegazioni.
Il paradosso (che fa riflettere)
Stiamo parlando di Claude, non un AI qualsiasi. Claude è la punta di diamante di un'azienda — Anthropic — che si fa portabandiera dell’AI costituzionale, della trasparenza, della sicurezza.
Eppure, proprio loro cadono in quello che dovrebbe essere il primo principio di ogni uso responsabile dell’AI: non prendere per vero ciò che l’AI afferma, se non lo verifichi.
È un po’ come se il testimonial dell’igiene si dimenticasse di lavarsi le mani. O il brand che predica “trust & safety” inviasse una bomba disinnescata da un algoritmo.
Come evitarlo
Se usi AI in ambiti critici — legali, scientifici, medici o finanziari — non fidarti mai al primo colpo.
Fai così:
Prendi l’output dell’AI
Trattalo come una bozza da rivedere con occhi umani
Verifica ogni dato, ogni fonte, ogni affermazione
Risolvilo così: L’AI non mente. Ma inventa. E se sei tu a firmare, il rischio è tuo.
🗞 Google vuole mettere Gemini ovunque
La notizia
Alla vigilia del Google I/O 2025 (20-21 maggio), l’azienda ha annunciato “Gemini Everywhere”: il modello AI sarà integrato in Search, Chrome, Android Auto, Wear OS, TV, XR, perfino Waymo.
Non è più un assistente: è il nuovo sistema nervoso dei prodotti Google.
Ma non finisce qui. Gemini debutta anche come agente AI per sviluppatori, con funzionalità avanzate di debug, documentazione, task management e persino comandi vocali via visore XR.
E nel frattempo, l’iconico bottone “Mi sento fortunato” sulla home di Google… viene sostituito da un AI Mode con risposte predittive e generative.
Perché è importante
Google sta facendo quello che Apple ha fatto con Siri… ma in versione 10X, e davvero utile.
Non è solo un’evoluzione di Google Assistant: è un’infrastruttura cognitiva che si infila dappertutto.
La mossa è chiara: l’AI non è più un prodotto. È l’interfaccia.
Come Windows lo era per il desktop, come Android lo è stato per il mobile… Gemini punta a diventare lo strato cognitivo del nostro mondo digitale.
Questa strategia cambia tutto:
Per le Big Tech: la guerra ora è sulla pervasività, non solo sulla potenza dei modelli.
Per gli utenti: l’AI non sarà più qualcosa che “usi”. Sarà semplicemente… lì.
Per chi costruisce prodotti AI: la domanda diventa scomoda → perché dovrei usare te, se c’è già Gemini in ogni device?
Come applicarla (da subito)
Sviluppatori: il nuovo AI agent può cambiare davvero il modo in cui scriviamo codice. Hands-free coding, debug automatico, gestione task... Se Gemini mantiene anche solo metà delle promesse, rischia di far sparire metà delle estensioni su VS Code.
Designer e marketer: osservate attentamente come Gemini viene integrato nei dispositivi. Ogni suo touchpoint è una lezione di UX AI-driven. Dov’è il testo? Quando appare? Come dialoga con l’utente?
Spoiler: non sono prompt, è conversazione ambientale.Founder e builder: se il tuo prodotto AI fa qualcosa che Gemini potrebbe replicare… cambia strada.
Non puoi competere sulla distribuzione. Puoi solo batterli sulla specializzazione o sull’esperienza utente verticalizzata.Strategie di contenuto e ads: la visual shopping AI con Veo che crea modelli 3D da 3 foto è un campanello per chi vende online. Le immagini statiche non bastano più. L’esperienza diventa immersiva e generativa.
E se Gemini è dentro anche nel TV, nel cruscotto e nel telefono, la tua creatività dovrà adattarsi al contesto, non solo al canale.Investor & innovatori: il fondo AI Futures di Google supporta startup early stage con accesso a DeepMind, cloud credit e mentorship. Se stai costruendo nel mondo GenAI, questa è una porta d’accesso che conviene valutare ora.
Non è una minaccia.
È un invito a ripensare ciò che facciamo, come lo facciamo… e per chi lo facciamo.
Gemini non è la fine dell’AI indipendente.
È la prova che l’AI sta diventando infrastruttura.
E come ogni infrastruttura, lascia spazio a chi sa costruire sopra.
🔑 TL;DR — Sam Altman: “Stiamo costruendo l’abbonamento AI per la tua vita”
Cosa ha detto (in breve)
OpenAI vuole diventare il tuo “Core AI Subscription”, la piattaforma centrale che ti accompagna ovunque: voce, agenti, codice, vita.
Il modello ideale? Un'AI con un contesto infinito, che ricorda tutto ciò che hai letto, detto, fatto. Niente retraining, solo memoria evolutiva.
Coding sarà il centro operativo dell’AI. Da risposte testuali… ad azioni reali nel mondo via API.
Il futuro dell’AI? 2025 = agenti che lavorano. 2026 = AI che fa scoperte scientifiche. 2027 = AI nei robot che generano valore fisico.
Le grandi aziende? Lente. Sam prevede un’altra ondata di “resistenza passiva” prima della resa. E poi… sarà troppo tardi.
Perché è una bomba
Altman non parla solo di software. Parla di ecosistema personale.
Vuole che l’AI sappia tutto di te (se vuoi) e che sia ovunque: telefono, lavoro, dispositivi, API.
È il tentativo più ambizioso finora di fare dell’AI una seconda pelle cognitiva.
Cosa ti puoi portare a casa
Se costruisci prodotti: non cercare di “essere” l’AI principale. Costruisci moduli verticali o complementari che si innestano in quell’ecosistema.
Se sei founder: la vera forza non è il piano perfetto, ma la capacità di adattare i tuoi piani ogni trimestre.
Se sei developer: prepara le mani. Il codice sarà il modo in cui le AI agiranno nel mondo.
OpenAI vuole fare per l’AI quello che Apple ha fatto per il telefono.
E la cosa più potente è questa: non lo stanno facendo con un piano segreto. Lo stanno facendo pubblicamente, versione dopo versione.
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